La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1970/71
Coppa dei Campioni
Il Cagliari fa il suo esordio nella manifestazione continentale più prestigiosa addirittura prima dell’inizio del campionato. Per i rossoblù il debutto in Coppa Campioni non coincide però con il primo impegno ufficiale stagionale, in quanto si è già consumata, con esito negativo, la prima fase a gironi della Coppa Italia, con una clamorosa eliminazione a cui si rimedia abbondantemente con il passaggio al secondo turno in questo torneo continentale, nel quale le due partite del primo turno si disputano a cavallo della prima giornata del campionato di Serie A.

Per questa edizione della Coppa Campioni, che presenta la novità regolamentare dei calci di rigore al termine dei tempi supplementari della partita di ritorno in caso di punteggi identici, in luogo delle ripetizioni delle partite o addirittura del sorteggio con la moneta per designare la qualificata, vede ai nastri di partenza trentatrè squadre in rappresentanza di trentadue nazioni.

Il trofeo è detenuto dal Feijenoord, formazione che ha portato per la prima volta il calcio olandese al successo nella manifestazione e questa squadra, non avendo vinto il campionato, partecipa in quanto detentrice del trofeo e ha, pertanto, una connazionale in lizza, cioè i Campioni d’Olanda dell’Ajax, motivo per il quale c’è una nazione in meno rispetto alle partecipanti, con l’Olanda unica rappresentata da due squadre. Il torneo si svolge con il classico meccanismo della eliminazione diretta con gare di andata e ritorno sui campi, alternativamente, delle due contendenti e avanzamento della manifestazione schematizzabile con un tabellone di tipo tennistico con la differenza del sorteggio per gli accoppiamenti ad ogni turno anziché le teste di serie. La finale è in gara unica e in campo neutro. Perché si abbia questo tipo di tabellone viene ridotto di una unità, tramite un turno preliminare, il numero delle partecipanti che, dopo la disputa di questo anticipo, diventano trentadue. A parità di reti segnate e subite, viene premiata la squadra che, nell’arco delle due gare, ha segnato di più in trasferta.

Il primo turno vive immediatamente la clamorosa eliminazione dei detentori (che nel frattempo sono pure diventati campioni intercontinentali) da parte dei semisconosciuti rumeni dell’Uta Arad. Al Cagliari il sorteggio riserva i campioni di Francia del Saint Etienne che vengono nettamente sconfitti (3-0) nell’esordio in un Sant’Elia pieno fino all’inverosimile ed eliminati a seguito della sconfitta, indolore per i rossoblù (1-0), nella partita di ritorno. Nel secondo turno l’avversario da affrontare è decisamente più quotato e scorbutico, trattasi degli spagnoli dell’Atletico Madrid, contro il quale il Cagliari disputerà due gare dal sapore di corrida più che di calcio, data la rudezza degli avversari, tollerata da arbitraggi discutibili. La gara di andata, ancora al Sant’Elia, sembra andare per il meglio grazie ad un primo tempo chiuso in doppio vantaggio. Tuttavia nel finale arriva una rete che complica il compito dei cagliaritani in vista dell’incontro di ritorno, a cui si presenteranno col vantaggio di 2-1. Complicazioni che diventano insormontabili in considerazione del fatto che i rossoblù si devono presentare in Spagna senza il suo uomo migliore, Riva, messo fuori causa da un grave infortunio patito in una partita della Nazionale. Vittoria senza storia dell’Atletico che con un perentorio 3-0 spazza via i sogni di gloria della squadra sarda con lo scatenato Luis autore di tutte quattro le reti segnate dagli spagnoli nelle due gare. Il loro cammino si arresterà solo in semifinale per mano di quelli che saranno poi i vincitori del torneo.

A rimediare alla brutta figura del Feijenoord nel primo turno, provvede l’altra olandese, l’Ajax, formazione emergente nel panorama calcistico continentale, che, con questo successo, avvierà un triennio di assoluto dominio. Ultima contendente della squadra di Amsterdam la sorprendente formazione greca del Panathinaikos di Atene, guidata in panchina dal grande ungherese Ferenc Puskas, che arriva alla finale dopo una prodigiosa rimonta in semifinale a danno degli jugoslavi della Stella Rossa di Belgrado, vincitori 4-1 della gara di andata ma sconfitti 3-0 in Grecia ed eliminati per la regola delle reti in trasferta. In finale, a Londra, l'Ajax, finalista perdente due stagioni prima, nella sua precedente apparizione in Coppa Campioni, vincerà con il punteggio di 2-0