La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1977/78
Campionato Serie B
Reduce da un campionato che lo ha visto mancare la promozione solo agli spareggi e con la penalità di una vittoria sul campo trasformata in sconfitta a tavolino che si è rivelata decisiva, il Cagliari in questa stagione 1977/78 è desideroso di immediato riscatto dalla cocente delusione patita. Gode di favori del pronostico insieme, tra le altre squadre, alle neoretrocesse Sampdoria, che torna in B dopo nove campionati consecutivi di A, e Catanzaro.

I principali movimenti di mercato riguardano l’attacco. Nel buon nome del bilancio viene sacrificato il pezzo pregiato, il giovane Virdis, vicecapocannoniere del campionato la stagione precedente, con diciotto reti. Gli viene offerta un’opportunità da sogno, quella di passare in Serie A nientemeno che alla Juventus Campione d’Italia in carica con cinquantuno punti in trenta partite nonché detentrice della Coppa Uefa. Accade invece che, incredibilmente, Virdis inizialmente rifiuti il trasferimento e ci vuole una certa fatica per farlo cambiare idea. Chiaramente un giovane calciatore che tentenni per passare dalla Serie B alla Juventus è un qualcosa di insolito e la vicenda riempie parecchio le cronache sportive dell’epoca. In tal senso Virdis è degno successore di Riva, col quale è accomunato anche dal ruolo in campo.

Come contropartita tecnica arrivano due giovani calciatori, il centrocampista Marchetti e l’attaccante Capuzzo. Quest’ultimo sarà una delusione e una meteora nel Cagliari mentre Marchetti, che si fermerà un po’ di anni in rossoblù, si rivelerà un ottimo centrocampista, valido anche in fase realizzativa e buon rigorista. Alla vigilia del campionato, dopo una comparsata in Coppa Italia, lascerà il Cagliari anche un altro attaccante, Ferrari, rivelatosi degna riserva dei titolari Virdis e Piras la stagione precedente. Oltre Capuzzo, per sopperire le cessione di Virdis e Ferrari, in una serie di scambi con l’Ascoli, arriva Silvano Villa, quindici reti l’anno precedente in B con i bianconeri, il quale, se possibile, si rivelerà ancora più deludente di Capuzzo realizzando appena due reti nella sua unica stagione in rossoblù, il suo avvio alla parte declinante della carriera. Non è, questo, il solo movimento con la squadra marchigiana. Da essa arriverà anche il centrocampista Magherini, anch’egli di passaggio un solo anno nel Cagliari ma che, viceversa, disputerà un’ottima stagione, mentre farà il percorso opposto Roccotelli, anch’egli dopo un solo anno in rossoblù. Con il ritiro dall’attività agonistica di Tomasini, resterà Brugnera, che sarà il capitano e continuerà a dispensare sprazzi di gran classe, l’ultimo superstite dello scudetto nella rosa rossoblù.

C’è grande attesa, dunque, per il Cagliari ma l’avvio di stagione è disastroso. Ad una partenza in Coppa Italia che vede i rossoblù perdere tre delle quattro gare disputate con undici reti al passivo e ovvia eliminazione, segue, sulla stessa falsariga, un avvio di campionato da perfetta media retrocessione per la squadra alla cui conduzione tecnica viene confermato Toneatto. Nel mese di settembre sconfitte esterne alla prima e alla terza di campionato con in mezzo un pari al Sant’Elia e zero in casella relativamente alle reti realizzate dopo tre turni. Dopodichè i rossoblù si risvegliano. Inanellano sette risultati utili di fila portandosi al quarto posto a quota dodici alla decima giornata, un punto dietro la coppia di seconde a pari merito, Avellino e Taranto, in una classifica che vede l’Ascoli prendere la testa dalla terza giornata e fino alla fine. I punti per i marchigiani dopo dieci turni sono diciotto su venti, prime avvisaglie di un dominio sul campionato che sarà schiacciante.

Si risveglia anche l’attacco, al momento il migliore dopo l’Ascoli ma, di contro, si ha la peggiore difesa, come già palesato in Coppa Italia. E questi due dati, evidenti già dopo dieci turni, caratterizzeranno tutto il campionato dei rossoblù. Una prima linea valida e capace, che manderà in rete ben undici calciatori, contrapposto ad una retroguardia disastrosa. I conti di fine stagione parleranno del secondo migliore attacco, dopo l’inarrivabile Ascoli, ma anche della seconda peggiore difesa, solo il Modena ultimissimo in classifica farà peggio.

Il quarto posto toccato alla decima giornata sarà il picco positivo del Cagliari in classifica, visto che dall’undicesima alla diciassettesima giornata i rossoblù saranno i peggiori in assoluto. Sette partite nelle quali si ottiene una vittoria e ben sei sconfitte, le ultime quattro delle quali consecutive, che metteranno fine all’esperienza di Toneatto in rossoblù, con il Cagliari incredibilmente terzultimo in classifica e con rischio concreto di retrocessione. Soprattutto perché alle viste c’è un trittico di partite particolarmente impegnative con Avellino e Ternana seconde e poi contro il Lecce quarto in classifica.

A subentrare in panchina, come due anni prima a Suarez, sarà Tiddia e il Cagliari, sorprendentemente, si riprende immediatamente con due consecutive vittorie contro Avellino e Ternana (quest’ultima in trasferta) e il pari contro il Lecce. Questa serie di tre risultati utili porta i rossoblù a nutrire ancora speranze di promozione, distante appena tre punti e con tutto il girone di ritorno da disputare. Infatti, in un campionato all’insegna di un grandissimo equilibrio, le sette squadre che precedono in classifica il Cagliari, e che sono ad un punto dalla zona promozione, sono tutte a pari punti. In una situazione simile una vittoria combinata ad una sconfitta di uno o più avversari, porterebbe a scavalcare in un solo colpo molte posizioni di classifica. Invece il campionato del Cagliari va avanti all’insegna della discontinuità, tra sconcertanti alternanze di prestazioni e risultati e si chiude al dodicesimo posto con trentasette punti in trentotto partite e il grande rammarico della serie negativa delle ultime sette partite con Toneatto allenatore, visto che il cammino con Tiddia è stato in media promozione (ventitre punti in venti partite). Tra i risultati meritevoli di ricordo, il successo casalingo 5-1 sulla Sampdoria e il pareggio 2-2 di Ascoli, campo in cui i marchigiani hanno ottenuto diciassette vittorie su diciannove.

Il campionato è stato, una volta tanto, dominato da squadre del centro sud, che hanno occupato sei dei primi sette posti della classifica. La vittoria è andata all’Ascoli che ha stradominato il campionato in lungo e in largo frantumando diversi primati assoluti per i campionati di B a venti squadre e due punti per vittoria, ottenendo la matematica certezza della promozione con ben sette turni di anticipo. I marchigiani, come detto, hanno lasciato sul proprio terreno le briciole, appena due pareggi, il primo dei quali alla quindicesima partita casalinga, con il solo Palermo a condividere l’imbattibilità interna. Il loro punteggio nella classifica finale (sessantuno punti) è primato storico così come lo scarto sulla seconda in classifica (ben diciassette lunghezze). Tra i primati stagionali, gli unici in positivo sfuggiti loro sono quelli relativi alla miglior difesa in assoluto e alla migliore difesa esterna (in entrambi i casi il Lecce), e alla migliore difesa interna (Avellino e Ternana). Gli altri due posti promozione sono andati al Catanzaro, che ritorna così in Serie A dopo un solo anno e all’Avellino, alla sua prima, storica, promozione in A.

In coda alla classifica, di rilievo la rimonta della Pistoiese, ultima al termine del girone di andata e ultima anche a nove turni dal termine a pari punti col Modena, con la differenza che da allora il Modena (unica squadra senza vittorie esterne) le perdeva tutte e la Pistoiese otteneva tanti punti che, a conti fatti, diventano, nel girone di ritorno, gli stessi dell’Avellino. Oltre il Modena retrocedevano la Cremonese, neopromossa dalla Serie C, e il Como.

Per il Cagliari scenderanno in campo un complessivo di venti calciatori, il più presente dei quali è stato Marchetti con trentasette partite disputate, mentre il miglior realizzatore sarà Gigi Piras con dodici reti.