La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1985/86
Campionato Serie B
Dopo lo scampato pericolo della stagione precedente, chiusa con il quartultimo posto e consequenziale retrocessione, provvidenzialmente evitata solo grazie ad un illecito sportivo che coinvolgeva il Padova, che verrà, suo malgrado, retrocesso al posto dei rossoblù, il Cagliari si appresta ad affrontare la nuova stagione di Serie B con ambiziosi progetti. Per dare concretezza a sogni e speranze, il presidente Moi, avallato dal confermato tecnico Ulivieri, allestisce una campagna acquisti sontuosa, di quelle che, forse, mai si erano viste nella storia del Cagliari. Il giro di arrivi e partenze è di quelli vorticosi e le facce nuove saranno davvero tante. Una vera e propria rivoluzione.

Vengono ammainate tutte insieme quattro bandiere, che hanno fatto la storia recente del Cagliari, cioè Bellini, Lamagni, Quagliozzi e Piras. Non fanno parte dell’organico della stagione precedente nemmeno Conca, Crusco, D’Alessandro, Goletti, Loi, Marino, Minguzzi, Poli e Pusceddu, ben tredici calciatori. La loro destinazione, a testimonianza della modesta qualità dell’organico della stagione precedente, è quasi totalmente per le categorie inferiori. La Serie C1 per Conca (Modena), D’Alessandro (Benevento), Goletti (Taranto), Loi (Prato), Marino (Barletta) e Quagliozzi (Ancona). La Serie C2 per Minguzzi (Torres). Rimangono in B Bellini (Arezzo), Crusco (Monza) e Poli (Lazio). La cessione eccellente è quella di Pusceddu, giovane e promettente, che passa in A al Torino. Chiude la propria attività agonistica Lamagni mentre Piras rimane senza contratto.

Venendo agli arrivi, per quanto riguarda i portieri di riserva si passa dal duo Goletti-Minguzzi a Dore che, dopo l'esperienza in B col Parma rientra ancora una volta nei ranghi rossoblù, e Pappalardo, proveniente dalla Roma. Oltre quest’ultimo, arrivano anch'essi dalla A Casale (Avellino), Montesano (Udinese) e Occhipinti (Fiorentina); dalla B Bergamaschi (Genoa) e Davin (Parma); dalla C1 Bernardini (Jesi), Marchi (Rondinella), Pulga (Modena) e Vignoli (Reggiana); dalla C2 Giancamilli (Fano). In buona parte si tratta di calciatori con passate esperienze addirittura in Serie A e su di loro si nutrono grandi speranze. La realtà dei fatti parlerà di atleti oramai a fine carriera che non renderanno assolutamente quanto sperato. Le eccezioni saranno costituite da Bernardini e Pulga che avvieranno una lunga carriera con i colori rossoblù riuscendo anche ad entrare nella storia del Cagliari sia per la lunga milizia che per i successi che arriveranno in futuro.

Il presente, invece, parla di una stagione che parte malissimo già in Coppa Italia, in cui si segnala l’allarmante disfatta di Arezzo, dove si perde 3-0 contro un avversario di pari categoria e di un campionato che, dopo i due illusori successi nelle prime due uscite casalinghe, non tarda ad essere per il Cagliari, tanto per cambiare, di sofferenza. Già alla seconda di campionato capita un brutto rovescio ad Ascoli, una sconfitta 3-0 appesantita dal fatto che il Cagliari ha giocato la maggior parte della partita in superiorità numerica a causa di un’espulsione. Alla quarta si pareggia in casa contro una Triestina che era capolista a punteggio pieno e la rassicurante classifica pare l’avvio di un campionato un po’ più sereno, anche se tre delle prime giornate saranno partite in casa. Ma, come detto, è solo un’illusione che non tarderà a svelarsi.

Infatti arriva una serie terrificante di nove partite tra la quinta e la tredicesima giornata in cui si raccoglie la miseria di tre pareggi e che, aggiunte alla già citata gara contro la Triestina, significa dieci partite senza vittorie. Cosa che porta i rossoblù, già da novembre, all’ultimo posto in classifica. Dopo l’ultima sconfitta di questa serie, maturata l’1 dicembre al Sant’Elia contro il Catanzaro, il pessimo anno solare 1985 si chiude un po’ meglio con due successi consecutivi ed un pareggio che consentono, se non altro, di lasciare l’ultimo posto al Monza. La stessa situazione in cui si chiude il girone di andata.

Ai disastrosi risultati sportivi, come se non bastasse, c’è da aggiungere la pessima situazione societaria con i conti in rosso, stipendi e debiti non pagati e concreto rischio di fallimento. Il presidente Moi chiude per sempre la sua disastrosa esperienza nel mondo del calcio dando le dimissioni e in società arrivano nuovi dirigenti che immettono dei capitali per consentire alla società e alla squadra di terminare la stagione. Alla presidenza viene eletto Gigi Riva. Della sciagurata presidenza Moi è rimasto il ricordo della particolarità del disegno delle nuove divise di gioco, decisamente avveniristiche e futuristiche per l'epoca, con una sorta di arco stilizzato a formare una gigantesca "C" e le maniche bianche, novità storica, quest'ultima, assoluta. I risultati sportivi ottenuti con questa maglia saranno così negativi da fare credere che porti sfortuna e di lì a poco questi completi verranno accantonati per sempre per fare nuovamente posto a divise decisamente più allineate alla consuetudine, cioè più sobrie e più in linea con la tradizione, le intramontabili e classiche rossoblù a quarti.

Tornando al discorso sportivo, nel girone di ritorno il Cagliari rinforza un po’ l’organico con l’acquisto del jolly Miani, dall’Arezzo ma la squadra non riesce a cambiare passo e alla ventiduesima arriva l’ennesimo rovescio con un’umiliante sconfitta sul terreno del Genoa. Una disfatta con il punteggio di 4-1 che porta all’inevitabile decisione di un avvicendamento alla guida tecnica. Via Ulivieri e squadra a Giagnoni. Il quale parte con una sorprendente vittoria sul terreno della Triestina, quinta in classifica, a cui segue una sconfitta interna nello scontro diretto contro il Pescara, che porta così a tre il vantaggio in classifica sul Cagliari. Ma è a questo punto che i rossoblù danno per davvero una svolta al loro campionato. La classifica parla di un allarmante penultimo posto ma la cosa che preoccupa è la straordinaria sterilità offensiva con l’attacco, il peggiore di tutti, che parla di appena tredici realizzazioni in ventiquattro partite anche perché, nonostante siano stati cambiati per l’incombenza ben tre calciatori, è stato realizzato appena un calcio di rigore su cinque concessi. Cosa che, all’opposto, vanificherà la bravura del portiere Sorrentino nel neutralizzare i calci di rigore contro. Il suo campionato si chiuderà con cinque reti su calcio di rigore subite su nove tiri.

Giagnoni, dunque, di fronte a questa situazione, decide di richiamare Gigi Piras, rimasto senza squadra ma comunque allenatosi tutta la stagione con le giovanili rossoblù, per prendere il posto del disastroso De Rosa, per il quale Ulivieri aveva avallato la decisione di non rinnovare il contratto a Piras. Dal momento del suo ritorno in squadra il Cagliari vincerà tutte le gare in casa fino alla fine del campionato senza, per giunta, subire alcuna rete al Sant’Elia. Ma soprattutto si trova finalmente un rigorista implacabile, capace di realizzare cinque reti su cinque calci di rigore tirati. E anche se in trasferta si continua a balbettare, con appena tre pareggi ottenuti, in occasione dell’ultima di campionato, quando si arriva, ancora una volta, con il rischio di retrocedere, la vittoria sul Lane Rossi Vicenza porta ad una insperata salvezza. A cui non riescono ad arrivare Pescara, Perugia, Catanzaro e Monza, squadre contro le quali il Cagliari ha ottenuto appena due dei sedici punti disponibili.

Per quanto riguarda il resto del campionato, l’Ascoli, squadra proveniente dalla A, rispetta in pieno il pronostico che la vedeva favorita, chiudendo al primo posto e tornando immediatamente in massima Serie. A fare loro compagnia due sorprese, entrambe neopromosse dalla C1, cioè Brescia e Lane Rossi Vicenza. L’Ascoli sarà l’unica squadra imbattuta in casa mentre Campobasso e Catania saranno le uniche senza successi esterni. Il Cagliari, esattamente come la stagione precedente, sarà la squadra con meno pareggi in assoluto e avrà il primato negativo per le sconfitte interne, cinque come il Catanzaro. Le squadre più vincenti in trasferta saranno ben cinque con la Sambendettese che, nonostante si sia salvata con un margine di appena due punti, ottiene questo primato insieme alla prime tre della classifica e all’Empoli quinto. E per i marchigiani, a sorpresa, anche il primato della difesa meno battuta.

Ma le sorprese non finiranno con il termine del campionato perché un’inchiesta scopre, a torneo finito, che c’è un nuovo scandalo delle scommesse clandestine e la cosa scombussola la classifica finale. Perché il Lane Rossi Vicenza è coinvolto e gli viene cancellata la promozione ottenuta sul campo. Che spetterebbe, così, alla quarta classificata che è la Triestina. Ma anche loro sono immischiati, vengono penalizzati di un punto e così ottiene la prima promozione in Serie A l’Empoli, quinta in classifica. E come Lane Rossi Vicenza e Triestina sono coinvolte Lazio e Perugia. I primi verranno penalizzati di ben nove punti nel successivo campionato di B, mentre il Perugia, scivolato in C1 sul campo, viene declassato direttamente in C2. Ma la cosa non finisce qui perché anche il Cagliari è coinvolto, come se non bastassero i deludenti risultati sportivi e la disastrosa situazione societaria. In un primo momento la squadra è retrocessa in C1 (come la Lazio). Poi si opta per una penalizzazione di cinque punti da scontare nel successivo campionato di B. Le gare incriminate sono proprio quelle contro il Perugia, relative alla stagione 1984/85 e sono coinvolti il calciatore Chinellato e l’allenatore Ulivieri, per i quali arriverà una pluriennale squalifica.

In questa stagione 1985/86 sono stati utilizzati, da parte del Cagliari, un complessivo di ventidue calciatori. Primatista di presenze è Bernardini, che ha giocato tutte le trentotto partite di campionato, primatista di realizzazioni è Piras con otto reti.