La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1986/87
Campionato Serie B
Il ventiduesimo appuntamento della sua storia con il campionato di Serie B da parte del Cagliari parte sotto pessimi auspici già prima dell’inizio. Infatti per il calcio italiano è un periodo, purtroppo non il primo, di scandali legati a partite truccate e questa volta nella rete della Giustizia Sportiva cade, suo malgrado, anche il Cagliari. Un’inchiesta partita sul finire della stagione precedente dimostrava il coinvolgimento anche della squadra rossoblù in un giro di risultati accomodati. Soprattutto il doppio confronto contro il Perugia relativo alla stagione 1984/85 che vedeva coinvolti due tesserati del Cagliari, cioè l’allenatore dell’epoca Ulivieri e il calciatore Chinellato. Sui quali si abbatterà impietosa la mannaia della Giustizia Sportiva con una lunga squalifica per entrambi. Il Cagliari, in quanto responsabile oggettivo, viene in un primo momento condannato alla retrocessione in Serie C1 ma la sentenza punitiva viene successivamente, a seguito del ricorso presentato, commutata in una penalizzazione di cinque punti da scontare nel campionato che stiamo per raccontare.

Il tutto avviene in uno dei periodi più bui e negativi della storia rossoblù sia dal punto di vista tecnico che da quello societario che non si registrava in maniera così nefasta dalla fine degli anni ’50. La qual cosa si traduce in una inevitabile retrocessione in una Serie C1 evitata sulle aule dei tribunali ma in realtà rimandata solo di poco all’inappellabile giudizio del campo che parlerà, alla fine della stagione, di un umiliante ultimo posto in classifica. A parziale consolazione, il fatto che anche senza la penalizzazione, non solo non si sarebbe evitata la retrocessione, ma nemmeno l’ultimo posto. Che fa tornare il Cagliari indietro nel tempo di un quarto di secolo, esattamente alla stagione 1961/62, l’ultima disputata nel terzo livello del calcio nazionale, prima che i rossoblù, da allora a pochi anni, spiccassero il volo verso i vertici del calcio italiano, culminato con la vittoria dello scudetto nella stagione 1969/70.

Tornando al racconto di questa stagione, la pessima situazione societaria, con i conti in rosso, non permette certo un rafforzamento di un organico già mediocre da un paio d’anni e che, nella stagione precedente, ha evitato la retrocessione solo all’ultima giornata e le variazioni nell’organico saranno minime. Chinellato (per la già citata squalifica), De Rosa, Branca e Occhipinti sono coloro che non fanno più parte della rosa. Il giovane Branca andrà in Serie A all’Udinese, avviando così una brillante carriera, così come va in Serie A Occhipinti. La sua destinazione è il neopromosso Brescia da cui arriva uno dei pochi volti nuovi, Maritozzi. De Rosa va alla Casertana, in Serie C1. Le altre novità arrivano dall’Inter, con il prestito dell’attaccante Pellegrini, dal Palermo, nelle cui fila ha giocato la stagione precedente Pallanch e dall’Avellino con il quale, nel mercato autunnale di riparazione, c’è lo scambio che porta in rossoblù Grasso e Pecoraro Scanio in cambio di Casale. Nel corso di questa che sarà, dal punto di vista dei risultati sportivi, una disgraziata stagione, il confermato tecnico Giagnoni farà esordire in prima squadra quattro calciatori del vivaio, tutti sardi. Si tratta di Festa, Cabras e dei fratelli Antonello e Gianluca Congiu.

Dopo un illusorio inizio di stagione con una brillante qualificazione in Coppa Italia, per giunta da imbattuti, il Cagliari esordisce in campionato ad Arezzo, dove riesce a passare in vantaggio a dieci minuti dal termine prima che i toscani riescano a capovolgere il risultato anche grazie a ben due calci di rigore concessi dall’arbitro, uno dei quali parato da Sorrentino. È la prima di tre sconfitte iniziali consecutive che fanno capire immediatamente quanto sarà avaro di soddisfazioni questo campionato, nel quale il Cagliari non uscirà mai dalla zona retrocessione. A queste tre sconfitte iniziali consecutive fa seguito una sequenza di quattro partite tutte pareggiate che porta in Cagliari all’ultimo posto in classifica e il primo successo arriverà solo all’ottava giornata. È il primo di tre consecutivi e di quattro vittorie in cinque giornate che mette il Cagliari al migliore piazzamento di tutta la stagione, il quartultimo posto. È la fine dei sogni, però, perché quattro sconfitte consecutive spengono definitivamente tutte le speranze.

Nel girone di ritorno ci sarà una serie nera di dieci partite senza vittorie tra la 24ma e la 34ma giornata nella quale l’unica cosa da ricordare è la orgogliosa reazione nella gara interna contro il Genoa, squadra in corsa per la promozione e in vantaggio 2-0 al termine del primo tempo, che si dovrà accontentare di un pareggio 2-2 che comprometterà le loro aspirazioni di promozione. La condanna matematica alla retrocessione, paradossalmente, arriverà il giorno del ritorno alla vittoria, al Sant’Elia alla 35ma giornata contro il Modena, sette giorni prima di un clamoroso successo interno in rimonta sul Pisa capolista.

Nel corso della stagione è da segnalare l’abbandono della poltrona presidenziale da parte del dimissionario Gigi Riva e l’ingresso di nuovi soci, coordinati da un amministratore che è Lucio Cordeddu, che riusciranno ad evitare al Cagliari il destino del Palermo. Anche grazie agli incassi delle partite contro squadre di Serie A di una clamorosa cavalcata in Coppa Italia che vedrà i rossoblù arrivare in semifinale.

Per quella che è la restante storia di questo campionato, esso sarà avvincente come pochi, sia per quanto riguarda la lotta per la promozione, che quella per evitare la retrocessione. Oltre al Cagliari partono anche Triestina e Lazio con penalizzazioni in classifica (quattro punti la Triestina, ben nove la Lazio) mentre non c’è ai nastri di partenza il Palermo, il quale, dopo la partecipazione alla Coppa Italia, non si iscrive al campionato, sommerso dai debiti. È il fallimento e la cancellazione per un anno dalla geografia calcistica nazionale. Ripartirà, previa creazione di una nuova società, dalla Serie C2 1987/88. Il suo posto viene preso dal Pescara, retrocesso al quartultimo posto un anno prima. Il campo dimostrerà clamorosamente che il ripescaggio è pienamente meritato.

In campionato, tra le squadre a partire meglio, segnaliamo la Cremonese, che chiuderà in testa il girone di andata e il Lane Rossi Vicenza, squadra, quest’ultima, finita terza la stagione precedente e che ha visto cancellata la sua promozione dalle decisioni della Giustizia Sportiva. Ma anche il neopromosso Messina, capace di portarsi da solo in vetta alla decima giornata. In ogni caso la zona promozione è all’insegna dell’equilibrio e vedrà protagoniste anche le neoretrocesse Pisa e Lecce nonché il Genoa, il Cesena e il sorprendente Pescara.

Non meno affollata sarà la zona retrocessione, anche per effetto delle penalizzazioni. Nel corso del campionato si avrà il netto crollo nelle parti alte della classifica del Lane Rossi Vicenza che, ad un punto dalla vetta, ottiene appena una vittoria nelle diciotto successive partite, una serie che li farà precipitare al quartultimo posto, che vuol dire retrocessione. Un destino che la squadra veneta non riuscirà ad evitare passando, in un anno, da una promozione in A ottenuta sul campo ad una incredibile retrocessione in Serie C1, destino simile a quanto avvenne in Serie A ai tempi d’oro del cosiddetto “Real Vicenza” guidato in attacco da Paolo Rossi che passò, in una stagione, dall’essere vicecampioni d’Italia a retrocedere in B.

L’equilibrio in testa e in coda dura fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata al punto che il termine del campionato non definisce tutti i verdetti. Della promozione in Serie A sono certe, al termine del campionato, il Pisa, favorito alla vigilia ma partito malissimo e il Pescara. Un verdetto clamoroso, quest’ultimo, dato che, come detto, la presenza in B degli abruzzesi era dovuta solo al forfait del Palermo. Chiudono terze a pari punti tre squadre, cioè Cesena, Cremonese e Lecce e per designare l’ultimo posto disponibile per la Serie A del successivo anno è necessario un torneo di spareggio che vede prevalere il Cesena. È un verdetto che sa di grande beffa per la Cremonese, in testa per ben trentaquattro su trentotto giornate di campionato e in testa anche al penultimo turno. I lombardi vengono sorpassati all’ultima giornata dal Pisa nello scontro diretto vinto a Cremona che ha portato loro al sorpasso promozione. Così come beffato è il Genoa, secondo ad un punto dal primo posto alla penultima giornata e per il quale non ci sarà nemmeno un posto per gli spareggi.

In coda, detto delle retrocessioni di Cagliari e Lane Rossi Vicenza, a queste due squadre si aggiunge immediatamente il Catania mentre, come per la testa della classifica, ci dovrà essere ancora un torneo di spareggio per designare la quarta retrocessa. Campobasso, Lazio e Taranto terminano a pari punteggio e il torneo post campionato decreta la retrocessione del Campobasso.

In questo campionato, ancora una volta all’insegna del fattore campo, come spesso accaduto in questi anni, la squadra più vincente in trasferta, con appena quattro successi, è il Pescara, mentre Genoa, Parma e Triestina saranno le tre squadre senza successi esterni. Un dato che penalizzerà nella lotta per la promozione il Genoa, la squadra con meno sconfitte di tutti , con il miglior rendimento interno e con nessuna sconfitta in casa (come il Messina). Tra gli altri dati, segnaliamo il minimo di vittorie in campionato, nonostante l’undicesimo posto finale, e il massimo di pareggi (ventuno su trentotto) per l’Arezzo. Il Cagliari chiuderà con due primati negativi, cioè il massimo di sconfitte in campionato (sedici) e la peggiore difesa interna.

Per i rossoblù scenderanno in campo un complessivo di ventisei calciatori. Primatista di presenze sarà Marchi con trentacinque, migliori realizzatori Montesano e Piras con sette reti ciascuno