La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1995/96
Campionato Serie A
Alla stagione 1995/95, una stagione successiva ad una in cui il traguardo dell’ammissione alla Coppa U. E. F. A. è sfumato all’ultimo, una stagione che ha visto il Cagliari protagonista di un brillantissimo campionato e autore di risultati eclatanti sotto la guida di Oscar Washington Tabarez, si presenta un Cagliari ambiziosissimo per il quale il traguardo dell’ammissione alla Coppa U. E. F. A. è l’obiettivo dichiarato. E per raggiungere tale obiettivo, il presidente Cellino non esita ad ingaggiare uno dei migliori allenatori italiani in circolazione, cioè Giovanni Trapattoni, pluridecorato sulle panchine di Juventus e Inter e allenatore del Bayern Monaco, in Germania, che accetta l’offerta del presidente cagliaritano, essendo ansioso di ritornare in Italia. E anche la pubblicità per la campagna abbonamenti è massiccia ed efficace al punto di fare schizzare il numero degli abbonati dai poco meno di ottomila della stagione precedente a oltre dodicimila.

Detto dell’allenatore, annotiamo anche le novità dell’organico rispetto a quello della stagione precedente. Non ci sono più Berretta che rientra alla Roma, Bellucci che passa all’Avellino, Dely Valdes che va al campionato francese, tra le fila del Paris Saint Germain, dove riuscirà a vincere una Coppa Delle Coppe, Herrera che passa all’Atalanta e Di Bitonto che va all’Atletico Catania, in Serie C1. Al loro posto arrivano il difensore Bonomi e il centrocampista Venturin, entrambi dalla Lazio, il centrocampista Bressan dal Foggia, il portiere Abate dalla Fidelis Andria e due nuovi uruguayani, il centrocampista O’Neill dal Nacional e l’attaccante Silva dal Penarol. Il primo di questi due sudamericani, cioè O’Neill, si rivelerà, negli anni a seguire, uno tra i più talentuosi calciatori mai arrivati nel Cagliari. Il secondo, invece, pur distinguendosi sempre per lo straordinario impegno profuso in campo, non sempre dimostrerà di essere un attaccante all’altezza della Serie A, come si evincerà dall’esiguo numero di segnature nella sua esperienza in rossoblù e i tanti errori sottoporta. In tal senso il paragone con il suo predecessore, Dely Valdes, si dimostrerà impietoso e il seguito della carriera del panamense, capace di segnare sia nel campionato francese che in quello spagnolo, evidenzierà il clamoroso errore commesso nel cederlo per rimpiazzarlo con Silva.

C’è anche da segnalare una novità molto importante dal punto di vista regolamentare, riguardante il numero di sostituzioni per squadra a partita, che passano da due, che potevano diventare qualora entrasse in campo un portiere, a tre indipendentemente dal ruolo. E anche una novità storica riguardante l’equipaggiamento dei calciatori, per l’esattezza nella numerazione. Non più dall’1 all’11 ma una numerazione fissa da tenere per tutta la stagione dal calciatore, con anche il cognome sulla schiena.

Il tanto atteso campionato del Cagliari parte il 27 agosto con la trasferta di Udine. E parte già col piede sbagliato, cioè una sconfitta, stesso andamento delle altre due successive giornate di campionato. Che significa un incredibile e clamoroso ultimo posto solitario a quota zero in classifica dopo i primi duecentosettanta minuti di campionato. I rossoblù si svegliano, quindi, con un po’ di ritardo e alla quarta giornata ottengono il primo punto in campionato con un ottimo 0-0 contro la Juventus capolista e campione in carica, a cui fanno seguito due consecutivi successi.

Ma il Cagliari non riesce a dare continuità al suo rendimento in campionato e le tre successive partite, tutte perse, tornano a fare piombare i rossoblù in piena zona retrocessione. Quindi, ancora con andamento alternato, una nuova serie positiva, che sarà la migliore del campionato dei rossoblù. Una serie di cinque partite con quattro vittorie (tra cui quella sul campo del neopromosso Vicenza, dove nessuno vinceva da circa due anni) e un pareggio che portano il Cagliari in un ottavo posto certamente più rispondente alle aspettative e alle ambizioni della vigilia di campionato. Si è appena a dicembre e con una buona fetta di campionato ancora da giocare e si pensa che, finalmente, il Cagliari abbia imboccato la strada giusta per disputare una stagione da protagonista. Invece il successo di Vicenza è l’inizio della fine dell’esperienza di Trapattoni in rossoblù. Perché, come di consueto, ad una serie positiva di risultati non si riesce a dare un minimo di continuità e le tre successive gare sono altrettante sconfitte. La prima di queste è sul campo dell’Inter, a cui segue un clamoroso tonfo interno contro l’ultima della classe, il Padova, che otterrà al Sant’Elia gli unici punti esterni del suo campionato.

La gara del Meazza è la prima di quattro sconfitte consecutive esterne nelle quali si prenderanno sempre, immancabilmente, quattro reti. Prima tre 0-4 e poi un 1-4. Quello dell’11 febbraio sul campo della Juventus. Sarà l’ultima gara con Trapattoni allenatore che rassegna le dimissioni. Con un bilancio assolutamente deludente e negativo e una squadra in caduta libera. Il suo successore sarà colui che per davvero riuscì a fare sognare i tifosi del Cagliari per le imprese della squadra in Europa, cioè Bruno Giorgi. Il quale parte con un convincente e netto successo casalingo contro la Sampdoria, sconfitta con il punteggio di 3-0. Il seguito del campionato del Cagliari non si distinguerà comunque, nonostante il cambio dell’ allenatore, per la sua brillantezza ma Giorgi riuscirà, seppure a piccoli passi, a dare un minimo di continuità ai risultati e a centrare l’obiettivo minimo che è la conquista della permanenza nella categoria.

Per quanto riguarda la restante storia del campionato, la Juventus non riuscirà a ripetere il successo di un anno prima, anche perché concentrata maggiormente sull’altro suo obiettivo stagionale, cioè la competizione europea, la Coppa dei Campioni. Obiettivo che verrà raggiunto a discapito del rendimento di un campionato che, comunque, si chiuderà al secondo posto. E sul trono d’Italia, dopo una pausa di un anno, tornerà il Milan, al quarto successo in cinque stagioni. Per quanto riguarda la lotta per non retrocedere, la caduta più rumorosa è quella del Torino, che retrocede, finendo al terzultimo posto un campionato condotto costantemente in zona retrocessione. Meglio solo di Cremonese e Padova, che mai hanno dato l’impressione di sfuggire alla retrocessione, che tornano in B dopo, rispettivamente, tre e due stagioni in A. L’ultima a retrocedere, in ordine di tempo, è il Bari, matematicamente in B a due giornate dal termine, anch’essa dopo due stagioni in A. Si noti che le quattro neopromosse dalla B, cioè Piacenza, Udinese, Vicenza e Atalanta, confermavano tutte quattro il loro posto in Serie A avvenimento che non si verificava dalla stagione 1988-89.

In questo campionato nessuna squadra è riuscita a mantenere inviolato il proprio terreno di gioco mentre due squadre (Piacenza e Torino) non riportavano nessun successo esterno. I primati stagionali positivi venivano in buona parta conquistati dal Milan, che lasciava agli avversari il primato come migliore attacco esterno a Juventus e Sampdoria e quello in assoluto alla Lazio.

Questo campionato, avaro di soddisfazioni per il Cagliari, si chiude comunque con un primato stagionale positivo per i rossoblù. Quello della migliore difesa interna con nove reti subite, a pari merito col Parma. Per i rossoblù scenderanno in campo un complessivo di venti calciatori con Bisoli e Villa i più presenti di tutti, giocheranno tutte le trentaquattro gare di campionato, e Oliveira primatista di segnature con quindici reti.