La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1933/34
Campionato Serie B
Per questo quinto campionato di Serie B, ancora un nuovo formato. Annullate le retrocessioni della stagione precedente e aumentato il numero delle partecipanti con le promozioni dalla Prima Divisione e le retrocessioni dalla A, si arriva a un totale di ventisei società, che vengono divise in due gironi da tredici squadre ciascuno.

Due campionati distinti da ventisei giornate con un turno di riposo per squadra per il girone di andata e uno per quello di ritorno per un totale di ventiquattro gare a campionato. Prime tre classificate di ciascun girone che danno vita ad un girone finale con dieci partite a squadra per designare quella che sarà l’unica promozione dalla Serie B alla Serie A e ultime due formazioni di ciascun girone destinate alla retrocessione.

La divisione geografica dei due gironi è un po’ bizzarra, si opta per una divisione tra ovest (girone A, dove è compreso anche il Cagliari) e est (girone B). All’atto pratico troviamo le toscane e le lombarde divise. Delle toscane Viareggio nel girone A e Pistoiese nel B, delle lombarde Legnano, Pavia, Pro Patria, Seregno e Vigevanesi nel girone A, Atalanta, Comense e Cremonese nel girone B.

Il Cagliari, che in questo 1933/34, avrà in Pietro Faggioli un nuovo presidente che, finalmente, riuscirà a durare una stagione intera, ha una partenza incoraggiante, con il pareggio a reti inviolate sul campo del Legnano della sesta giornata è secondo in classifica, ma proprio questo pareggio sarò l’unico punto esterno conquistato in un disastroso rendimento lontano dalle mura amiche, dove ha conquistato il poco onorevole primato per il minor numero di reti segnate in trasferta, appena quattro.

Dopo la vittoria interna, due giornate dopo, a danno del Seregno, che portano i rossoblù ad un onorevole terzo posto, arrivano ben sei sconfitte consecutive e un cambio alla guida tecnica, che non porta grande giovamento, prima di un insperato pareggio contro la capolista che pare il presagio di un girone di ritorno di riscatto che alla realtà dei fatti non ci sarà.

Ciononostante i rossoblù, costantemente impelagati nei bassifondi della classifica, rimangono in corsa per evitare la retrocessione fino all’ultimo, anche grazie alle vittorie interne (le sole ottenute dopo la gara vincente contro il Seregno) nei due scontri diretti del girone di ritorno, contro le uniche due formazioni che seguono in classifica, cioè Legnano e Derthona.

Ma nell’ultima trasferta stagionale avviene un clamoroso rovescio sul campo della Catanzarese dove matura la peggiore sconfitta a tutt’oggi della storia rossoblù con un clamoroso 10 a 0, che porta, naturalmente, il primato nella classifica negativa relativamente alle reti subite.

All’ultima giornata Legnano a quota 16 in classifica e Cagliari un punto dietro a contendersi l’unico posto disponibile per evitare la retrocessione, già matematicamente decisa per il Derthona, ultimo.

Legnano e Cagliari sono entrambe impegnate, tra le mura amiche, contro squadre senza motivazioni in classifica, rispettivamente Novara e Messina. Ma i dirigenti cagliaritani, visto il disastroso stato delle finanze della società, considerato che l’indennizzo da corrispondere alle squadra ospite avrebbe sicuramente superato un incasso da prevedere magrissimo da parte di una tifoseria umiliata dall’ultima disastrosa prestazione di Catanzaro, optano per il danno minore, decidendo di rinunciare all’ultima partita di campionato che vedrà quindi assegnata al Messina la vittoria a tavolino con l’aggravante di un punto di penalizzazione per il Cagliari. Un Messina che fino a quel momento in campionato aveva raccolto in trasferta appena tre pareggi. Anche perché si da per scontata la vittoria del Legnano.

La storia dirà che poi il Legnano andrà a perderla, la partita, forse perché, con la rinuncia del Cagliari, la salvezza diventa certezza e viene meno la motivazione che in questi casi da una spinta in più. O forse no, rimarrà sempre il dubbio e la sensazione che la partita, per un discorso meramente sportivo, sarebbe stato meglio disputarla comunque.

Arriva quindi una mesta retrocessione. Anzi no. Perché, visto il non soddisfacente interesse per un campionato diviso in due gironi, si decide di tornare ancora una volta al girone unico nell’arco di due stagioni, la prima di queste, ancora a due gironi, di assestamento. Quindi la retrocessione del Cagliari, così come quella del Derthona e le due del girone B, viene annullata, dando ragione, a fatti avvenuti, a chi decise di non disputare l’ultima gara di campionato e Cagliari ancora ammesso a disputare il campionato di B anche se, come vedremo, il problema risulterà semplicemente spostato e non risolto, visto il perdurante stato di difficoltà finanziario della società.

Alla fine della stagione arriverà una meritatissima promozione per la Sampierdarenese, nettamente dominante sia della stagione regolare che del girone finale.

Per il Cagliari sono stati schierati un complessivo di ventidue calciatori. Le variazioni rispetto all’organico della stagione precedente sono di nove elementi. Di Clemente, Fornasaris, Lauro, Macis, Mazzanti, Migoni, Parodi, Rapetti e Sandroni, sono i calciatori scesi in campo la stagione precedente ma non in questa. Baccilieri, Balata, Benigni, Bonello, Cattaneo, Cipriani, Maxia, Navone e Pallotta sono i nuovi per questa stagione nella rosa nella quale i più presenti in campionato sono stati Baccilieri e D'Alberto con ventidue partite ciascuno, con Zambianchi miglior realizzatore essendo stato autore di otto reti.