La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
2005/06
Campionato Serie A
Per raccontare la storia di questo campionato, bisognerebbe partire dalla fine. Cioè dal termine un’inchiesta sportiva partita nel finale della stagione precedente e conclusasi dopo il suo termine che accertava manovre illecite per pilotare il campionato in una determinata direzione. Inchiesta che vedeva coinvolte diversi tesserati e diverse società e passata alla storia con la denominazione di “Calciopoli”. Accade quindi che la squadra che al termine del campionato si laurea campione d’Italia, dominando in lungo e in largo la stagione, ottenendo un risultato sportivo che, per quanto visto in campo sarebbe stato ineccepibile, si veda incredibilmente declassata all’ultimo posto della classifica e retrocessa in Serie B.

Un clamore che viene amplificato dal nome di questa squadra, che è la Juventus, la più titolata in Italia e che aveva sempre calcato solo i campi della Serie A nel corso della sua storia. Per giunta la Juventus, che era anche campione in carica, risultava coinvolta anche in altre manovre illecite, relative alla stagione precedente (2004-05), vedendosì così decurtata di due scudetti, lasciando vacante il titolo della stagione 2004-05, retrocessa in Serie B, campionato dal quale sarebbe partita anche con una penalizzazione. Le altre squadre coinvolte e penalizzate sono state la seconda classificata, cioè il Milan, la quarta, cioè la Fiorentina e la sesta, cioè la Lazio. Per una classifica che veniva così stravolta a campionato già concluso e che alla fine vedrà assegnare lo scudetto all’Inter, terza classificata.

Tornando al discorso sportivo, il Cagliari si presenta nella nuova stagione con tante novità. La principale riguarda Zola che in estate non riesce a trovare un accordo con la società e decide di chiudere la sua favolosa carriera agonistica. Oltre questo, cambiano i due portieri. Iezzo va al Napoli e Brunner alla Lucchese. Il loro posto viene preso da Campagnolo, che arriva dalla Triestina nell’ambito di un’operazione di scambio con il centrocampista Delnevo, che rientra nei ranghi da cui era provenuto, e l’attaccante Albino e da quello destinato ad essere il nuovo titolare tra i pali, cioè il giovane uruguayano Carini, proveniente dall’Inter.

Arrivato con la fama di uno tra i più validi giovani portieri in circolazione, si rivelerà un fiasco clamoroso, ricalcando nelle deludenti prestazioni, i suoi predecessori portieri stranieri nella storia del Cagliari, cioè Pascolo e Katergiannakis. L’esperienza di Carini in rossoblù terminerà presto. Alla decima giornata c’è il cambio della guardia tra i pali con Campagnolo titolare e Carini rispedito al mittente senza grossi rimpianti. Al mercato di riparazione, con Campagnolo che, peraltro, non demerita, la società acquista un altro portiere d’esperienza che sarà il titolare dalla ripresa del campionato dopo le feste di fine anno e per tutta la stagione. Si tratta di Chimenti, proveniente dalla Juventus, che sarà grande protagonista.

Altre novità ci saranno anche negli altri reparti con la partenza dei difensori Loria e Sabato che vanno in Serie B, rispettivamente all’Atalanta e al Catania e Maltagliati che va allo Spezia. Quindi l’honduregno Alvarez che va alla Roma, il centrocampista Brambilla che va anch’egli in B, al Mantova e l’attaccante Bianchi che va alla Reggina, desideroso di trovare più spazio. Detto dei portieri, gli altri arrivi sono, per quanto riguarda la difesa, quelli dell’urugayano Bizera, proveniente dal Penarol e di Canini, giovane promettente calciatore proveniente dalla Sambenedettese, Serie C1. Altro calciatore in arrivo sarà Ferrarese dalla Salernitana, ma verrà ceduto, dopo pochi scampoli di partita, al mercato di riparazione, destinato al Torino, da cui era arrivato in estate un altro centrocampista, Conticchio. Al posto di Ferrarese, sempre al mercato di riparazione, verrà ingaggiato il difensore Ferri dal Palermo. Ultimi innesti da menzionare, quelli di tre cagliaritani. Cioè Cossu, proveniente dal Verona, Capone, di rientro dal prestito al Treviso e Cocco, promosso in prima squadra, proveniente dal settore giovanile.

Per quanto riguarda il tecnico, il presidente Cellino non conferma Arrigoni e al suo posto arriva un altro esordiente in Serie A, cioè Tesser, anch’egli proveniente dalla Triestina. Ma la sua presenza in Sardegna sarà di breve durata. Le poco convincenti prestazioni del Cagliari in precampionato e in Coppa Italia, portano all’esonero dopo l’esordio perdente in campionato. Ma la gestione tecnica della squadra, all’inizio del campionato, sarà, per usare un eufemismo, problematica. Per la seconda in campionato c’è il ritorno di Arrigoni. Il quale, contestato dalla tifoseria, viene rimpiazzato dalla terza giornata da Ballardini, altro tecnico esordiente in A, allenatore della Sambenedettese in Serie C1 l’annata precedente.

La stagione parte con la novità regolamentare dell’abolizione degli spareggi in caso di arrivo a pari punti. In caso di ballottaggio si guarderanno gli scontri diretti e la classifica generale. Inoltre l’organico della Serie A ha delle novità rispetto a quanto decretato sul campo dai risultati sportivi. Il campionato di Serie B 2004-05 aveva decretato le promozioni immediate di Genoa ed Empoli e quella del Perugia dopo l’effettuazione degli spareggi promozione, con il Torino sconfitto nella finale dalla squadra umbra. Ma il Genoa veniva inquisito e condannato per un illecito sportivo finendo addirittura per essere retrocesso in Serie C1. Il Perugia non veniva ammesso alla Serie A per inadempienze finanziarie e per lo stesso motivo non veniva ripescato il Torino. E con l’Empoli, quindi, arrivavano in Serie A le altre due formazioni partecipanti agli spareggi promozione, da cui erano uscite sconfitte, cioè l’Ascoli e l’esordiente Treviso.

Dopo il debutto ufficiale in Coppa Italia, con qualificazione ottenuta in tre partite in trasferta ad eliminazione diretta contro squadre di Serie C, il Cagliari, come detto, viene sconfitto all’esordio a Siena, il 28 agosto. Il campionato ha una pausa per la Nazionale e alla ripresa, come detto, il Cagliari ha un altro allenatore, il rientrante Arrigoni, che dura giusto per la gara dell’esordio casalingo, pareggiata 1-1 contro la Lazio e panchina che passa così a Ballardini per il successivo incontro, ancora in casa e ancora pareggiato 1-1, avversario il Messina.

Il campionato del Cagliari, inizialmente, è assolutamente deludente e la prima vittoria sembra non volere arrivare mai e senza successi in campionato l’ultimo posto in classifica è solo questione di tempo e i rossoblù lo occupano già alla nona giornata, insieme al Lecce. E quando arriva l’occasione per il primo successo, nello scontro diretto casalingo contro il Treviso, da ricordare perchè il Cagliari è sceso in campo in maglia bianca, cosa che in casa non succedeva in campionato da quindici anni, la partita, che termina sullo 0-0, è così brutta che entrambi gli allenatori vengono esonerati.

E così, anche se il punticino serve al Cagliari per abbandonare l’ultimo posto in classifica, per i rossoblù arriva un altro avvicendamento in panchina. Ballardini chiude la sua esperienza senza vittorie e, per il suo posto in panchina, come nel caso di Arrigoni, si tratta di un ritorno, quello di Nedo Sonetti, protagonista in rossoblù nel 2001-02 in B allorquando è riuscito a scongiurare il pericolo di una clamorosa retrocessione in Serie C1.

L’esperto tecnico toscano non può nulla per evitare anch’egli la sconfitta nella sua prima uscita, a Reggio Calabria, che fa precipitare per l’unica volta da solo il Cagliari in fondo alla classifica. Ma alla prima in casa, siamo alla tredicesima giornata, arriva, finalmente, la tanto sospirata vittoria, che consente ai rossoblù di scavalcare in un sol colpo due squadre in classifica. Un successo che arriva in campionato, considerato la parte finale della precedente stagione, dopo un digiuno di ben ventidue partite consecutive, un primato negativo assoluto eguagliato nella storia del Cagliari in Serie A, già verificatosi a cavallo delle stagioni 1974/75 e 1975/76.

Ad ogni buon conto non ci vuole molto a notare la mano del nuovo tecnico, se non altro per il carattere con il quale la squadra si esprime. Ad esempio nella trasferta successiva alla prima vittoria, cioè l’impegno sul campo del Palermo, squadra con ben dieci punti in più in classifica, che chiude in vantaggio il primo tempo 2-0 e con questo punteggio conduce a mezz’ora dalla fine. Il Cagliari riesce nella rimonta e chiude sul 2-2 realizzando la rete del pareggio a due minuti dalla fine ottenendo così il primo punto esterno in questo campionato.

In ogni caso il Cagliari inizia, per così dire, ad aggiudicarsi le partite che, almeno sulla carta, dovrebbe vincere, cioè quelle casalinghe contro squadre alla sua portata e anche se non mancano le sconfitte esterne, in casa di squadre di livello superiore, l’andamento della vittoria interna alternata alla sconfitta esterna, significa una media di tre punti ogni due gare che porta la squadra a risalire lentamente la graduatoria.

Al termine del girone di andata, comunque, il Cagliari non è ancora fuori dai guai in classifica, essendo terzultimo, ma alla ventitreesima giornata, dopo la quinta consecutiva vittoria interna, nell’importantissimo scontro diretto con l’Empoli, squadra a parti punteggio che viene quindi staccata di tre punti, la squadra è quindicesima con tre punti di vantaggio sul terzultimo posto. Si ha a questo punto un rallentamento con quattro partite consecutive senza vittorie che, comunque, tengono il Cagliari in linea di galleggiamento, sempre quartultimo in classifica. Arriva quindi l’importante successo esterno, il primo in campionato, sul campo del Livorno. Una vittoria esterna che arriva dopo un periodo storico di magre in trasferta per il Cagliari, visto che nelle precedenti cinquantuno uscite in Serie A il Cagliari aveva riportato solo una vittoria, per 3-2 sul campo della Lazio nel 2004-05. Successo che viene addirittura bissato nella successiva trasferta, due giornate dopo, sul campo del Treviso, formazione ultima in classifica e con speranze quasi nulle di confermare la categoria.

In mezzo a questi due impegni c’è da raccontare di una partita, quella interna contro la Fiorentina, che merita di essere citata perché è una gara storica per la Serie A. Infatti l’incontro viene sospeso al 29mo minuto per il troppo vento e, in osservanza al regolamento appena entrato in vigore, non verrà annullata e recuperata dall’inizio, ma ripartirà dallo stesso minuto con la stessa situazione di punteggio e tenendo conto delle eventuali sostituzioni, ed è la prima volta che capita nella Serie A.

Il successo di Treviso mette il Cagliari in buona posizione sulla concorrenza, dall’alto del suo quartultimo posto con quattro punti di margine sulla zona retrocessione a pari punti con la Reggina e proprio alla vigilia dello scontro diretto al Sant’Elia tra queste due squadre. Scontro diretto che potrebbe chiudere i conti per chi vince e che vorrebbe, quantomeno, pareggiato. Invece accade che il Cagliari, che per tutto il campionato ha mantenuto un buon rendimento interno, viene sconfitto in una gara importantissima, obbligandolo ad un finale di campionato al batticuore. Tuttavia i rossoblù riescono, andando a piccoli passi, cioè quattro pareggi consecutivi, a mantenersi in sicurezza prima del colpo decisivo, cioè il successo interno sul Parma della trentaseiesima giornata che sancisce la certezza matematica della conferma della categoria e contemporaneamente la retrocessione della terzultima in classifica, cioè il Messina, con Lecce e Treviso già condannate dalla matematica qualche tempo prima.

Di questo campionato del Cagliari, avaro di soddisfazioni, merita assoluta menzione lo straordinario rendimento di Suazo, che chiude il torneo con ben ventidue realizzazioni, piazzandosi terzo in classifica marcatori. Una cifra che lo mette, per un discorso esclusivamente numerico, davanti perfino a Gigi Riva, capace di realizzare al massimo, in un campionato, ventuno reti. Va chiarito subito, però, che si trattava non di campionati a venti squadre ma a sedici e quindi con ben otto partite in meno. Fattore che mette ancora Riva davanti a tutti per media realizzativa.

Del girone di ritorno dei rossoblù va sottolineato il miglioramento in punteggio rispetto a quello di andata, si tratta di nove punti, che è il secondo migliore in assoluto, solo il Parma con un incremento di quindici punti ha fatto meglio. A tal proposito, la squadra che termina al primo posto in classifica è la Juventus che, esattamente come accaduto un anno prima, tiene la testa della classifica per tutte le trentotto giornate di campionato, prendendo la vetta solitaria già a partire dalla terza giornata. Tuttavia il grande vantaggio accumulato quasi da subito sulla sua antagonista, cioè il Milan, arrivato alla massima cifra di dodici punti alla venticinquesima giornata, viene piano piano a diminuire e così, quello che doveva essere un finale di passeggiata per la Juventus, diventa uno scudetto conquistato matematicamente solo all’ultima giornata, con appena tre punti di scarto sui rivali. Infatti la Juventus è stata la terzultima tra le venti squadre in quanto a differenza di punti tra andata e ritorno con un decremento di ben tredici punti. Poi arriva la conclusione dell’inchiesta avviatasi sul finale del campionato della quale beneficia il Messina, ripescato al posto della Juventus.

Per quella che è stata, aldilà delle penalizzazioni, la classifica di un campionato in cui tutte le squadre sono riuscite ad ottenere almeno un successo esterno, il Milan, unica squadra imbattuta in casa, si è distinto per il rendimento interno, in cui ha perso un solo punto e per il migliore attacco casalingo e assoluto. La Juventus, migliore difesa del campionato, è stata superiore in trasferta dove ha riportato il migliore punteggio, il maggior numero di vittorie, minor numero di sconfitte, migliori attacco e difesa.

Tra i primati stagionali negativi, quasi tutti del Treviso, segnaliamo la Reggina come peggior difesa e la Sampdoria come peggiore difesa interna. Tre primati stagionali anche per il Cagliari, cioè il massimo di pareggi interni (undici), la peggiore difesa esterna, trentotto reti, come il Parma e peggiore punteggio in trasferta, appena dieci punti, come Messina e Lecce.

Per i rossoblù sono scesi in campo un complessivo di ventiquattro calciatori. Primatista di presenze è Esposito, che ha giocato tutte le trentotto giornate di campionato, miglior realizzatore, come detto, Suazo con ventidue reti. Di questa stagione va anche ricordato il fatto che, per un breve periodo, Cellino, pur rimanendo proprietario, ha lasciato per qualche mese la poltrona presidenziale a Bruno Ghirardi.