La storia del Cagliari
Tutta la cronistoria rossoblù, partita per partita
1987/88
Campionato Serie C1
La stagione 1987/88 rappresenta il triste ritorno, per il Cagliari, alla realtà di una Serie C dalla quale mancava dalla stagione 1961/62 allorquando la squadra allenata da Arturo Silvestri centrò la promozione in Serie B avviando un’incredibile e inaspettata epoca di successi culminata con la vittoria dello scudetto nella stagione 1969/70. Da allora il formato del campionato è leggermente cambiato. Infatti non esiste un torneo unico di Serie C, ma due categorie distinte, cioè la Serie C1, dove c’è il Cagliari, e la Serie C2. Il campionato è sempre a diciotto squadre ma i gironi non sono più tre ma due, uno per le squadre dell’Italia centro-settentrionale, il girone A, l’altro, a cui è iscritto il Cagliari, riservato alle squadre dell’Italia centro-meridionale. Per ogni girone si hanno due promozioni e quattro retrocessioni.

Ma proprio in questa stagione, in vista dell’allargamento della Serie A da sedici a diciotto squadre, le retrocessioni sono solo tre per girone e le promozioni cinque sui due gironi, quindi le prime due classificate di ciascun raggruppamento più la vincente dello spareggio tra le due terze classificate, da disputare in campo neutro. La Serie C2, che è il gradino calcisticamente inferiore alla C1 invece, comprende quattro gironi. A proposito di Serie C2, il campionato precedente ha portato alla ribalta la Torres di Sassari, vincitrice del suo girone di campionato quindi promossa in C1 e questo ritorno nel terzo livello calcistico nazionale, da parte del Cagliari, porta anche il ritorno del derby regionale tra le massime squadre rappresentative delle due più grandi città della Sardegna, il Cagliari e la Torres, appunto.

Oltre alle due squadre sarde, il campionato ha la sua massima rappresentanza regionale con la Campania, presente con cinque formazioni. Quindi tre pugliesi, due calabresi, due abruzzesi, due siciliane, una molisana e una laziale. Oltre al Cagliari, ci sono anche Campobasso e Catania provenienti dalla Serie B mentre sono quattro le neopromosse dalla C2 con Francavilla, Frosinone e l’esordiente Ischia Isolaverde oltre la già citata Torres. Il ritorno al terzo livello calcistico nazionale relativo al campionato di cui parliamo, giunge al culmine negativo di uno dei peggiori periodi storici del Cagliari, in crisi tecnica da diversi anni ma soprattutto in una paurosa crisi finanziaria che fa concretamente toccare ai rossoblù il rischio del fallimento societario con conseguente cancellazione dalla geografia del calcio nazionale.

Durante l’annata precedente una cordata di imprenditori, con Gigi Riva alla presidenza e Lucio Cordeddu come amministratore, riesce a fare concludere la stagione agonistica ai rossoblù ma, al termine di essa, si ripresentano gli irrisolti problemi finanziari, il primo dei quali è l’iscrizione al campionato. Il quale si concretizza solo nell’immediata vigilia della partenza della stagione agonistica e fa comunque ritrovare il Cagliari in netto ritardo rispetto alla concorrenza, sia per quanto concerne la preparazione atletica, sia per quanto riguarda la composizione di una rosa che possa disputare un campionato dignitoso. La preparazione precampionato, addirittura, avviene in città, senza il consueto ritiro in montagna.

Artefice dell’iscrizione al campionato, che per il Cagliari è già di per sé un successo, è uno di quegli imprenditori che formavano la cordata di cui sopra. Si tratta di Tonino Orrù che, con l’aiuto della sua famiglia, prende in mano le redini della società. È un presidente che, lo si saprà dopo, farà la storia del Cagliari. Così come la farà il nuovo direttore sportivo, Carmine Longo. Alla guida tecnica della squadra viene chiamato Enzo Robotti, che succede a Gustavo Giagnoni.

La rosa della squadra che si presenta ai nastri di partenza del campionato è largamente incompleta e viene incrementata in corso d’opera. Le novità tra i calciatori sono tante. Allo scopo di contenere i costi vanno via coloro che hanno un minimo di mercato o che, comunque, avevano l’ingaggio più elevato. Montesano e Pecoraro Scanio rimangono in Serie B accasandosi rispettivamente al Modena e al Genoa; Dore, Miani e Vignoli trovano posto solo in squadre di Serie C2, rispettivamente Venezia Mestre, Alessandria e Latina; Grasso e Pellegrini rientrano dal prestito nelle rispettive squadre di Serie A (Avellino e Inter), Bergamaschi si accaserà, ma solo a stagione inoltrata, al Brindisi e incontrerà il Cagliari da avversario. Venturi chiude la propria carriera agonistica e Sorrentino rimarrà una stagione fermo. In quanto a Gigi Piras, storico capitano e bomber del Cagliari, anche per lui arriva il momento dell’addio ai colori rossoblù, ma avrà occasione, prima di concludere la sua bella carriera di calciatore, di contribuire ad una storica promozione per il La Palma, squadra cagliaritana di quartiere, alla serie C2. Poco dopo l’inizio del campionato anche Marchi raggiunge l’accordo economico coi rossoblù e sarà in forza alla squadra. Il giovane del vivaio Festa viene ceduto un anno in prestito ai dilettanti della Fersulcis e quest’anno sarà molto importante per la formazione di un calciatore destinato ad una brillantissima carriera.

I volti nuovi, in parte provenienti da prestiti, sono quelli dalla Serie A di Barone dalla Roma, di Barozzi dal Cesena e di Zandonà dall'Avellino. Dalla Serie B arriva Saurini dalla Lazio. Oltre a Fadda, a sua volta di rientro dopo una stagione in prestito in Serie C2 alla Sanremese. A loro si aggiungerà, poco dopo l’avvio del campionato, l’attaccante Coppola, proveniente dal Padova, squadra impegnato nell'altro girone di Serie C1. Anche il portiere arriva all’ultimo momento. Si tratta di Ielpo, proveniente, come Saurini, dalla Lazio, che arriva nell’immediata vigilia dell’esordio in campionato. A completare il trittico di portieri ci sono Attruia, proveniente dalla Triestina, squadra di Serie B e che è stato il portiere della fase precampionato della Coppa Italia, e Nanni.

Le prime quattro giornate di campionato detteranno quelle che saranno le caratteristiche dei risultati del Cagliari. L’esordio è sul campo del Cosenza dove il Cagliari viene sconfitto con il minimo scarto. Un punteggio, per la verità, un po’ bugiardo perché è stato il Cosenza a dominare in lungo e in largo. L’esordio casalingo, viceversa, vede una convincente affermazione dei rossoblù che non trova seguito la settimana successiva, quando si perde sul campo del Campania Puteolana. Anche in questo caso una sconfitta col minimo scarto che solo in parte premia la prestazione dei padroni di casa. Ma questa partita rappresenta anche un importante appuntamento col destino per il Cagliari, visto che il tecnico del Campania di lì a meno di un anno siederà sulla panchina rossoblù scrivendo pagine indimenticabili della storia sportiva del Cagliari e avviando il riscatto. Alla quarta giornata altra brillante affermazione casalinga contro la Casertana. È sul contrapposto rendimento tra le partite in casa e quelle in trasferta che vivrà tutta la stagione dei rossoblù con un buon bottino di punti in casa sciupato da un disastroso rendimento esterno.

Alla quinta di campionato arriva l’attesissimo derby contro la Torres. Si disputa a Sassari e finisce sul nulla di fatto, cosa che consente al Cagliari di ottenere il primo punto fuori casa. Ma sette giorni dopo il Cagliari cederà a sua volta il primo punto tra le mura amiche ancora con uno 0-0, conquistato dalla Nocerina. I rossoblù si trovano, così, dopo sei giornate, con la media di un punto a partita e la loro classifica apre qualsiasi prospettiva per il resto del campionato visto che questo è incredibilmente livellato ed equilibrato, tantè vero che che a questo punto del torneo sono ben quattro le squadre in testa alla classifica, con appena due punti in più rispetto al Cagliari e con tutte le diciotto formazioni racchiuse nello spazio di appena sei punti. Tra le squadre che precedono i cagliaritani c’è anche la Torres.

I possibili sogni del Cagliari, però, si fermano qui perché il calendario assegna due trasferte di fila che, tanto per cambiare, vengono perse entrambe. E i possibili sogni diventano incubi quando, dopo le due sconfitte esterne consecutive, si presenta in Sardegna la capolista Reggina che espugna il Sant’Elia e fa piombare i rossoblù in pieno dramma sportivo, visto che la classifica parla di un umiliante ultimo posto. Urgono provvedimenti per evitare un’incredibile ulteriore retrocessione e il cambio alla guida tecnica diventa una scelta obbligata. Al posto di Robotti rientra, dopo tre stagioni, Tiddia.

Al quale, come detto arriva immediatamente il rinforzo in attacco, il già citato Coppola. L’attaccante e il tecnico esordiranno nella stessa gara, un pareggio senza reti a Monopoli. Si tratta, alla nona giornata, del primo punto conquistato dal Cagliari lontano dall’isola a cui segue il successo casalingo di misura contro il Teramo. Ma nemmeno il tecnico sardo riesce a modificare l’andamento esterno del Cagliari, che dimostra palesemente il fatto che la squadra non è riuscita ad entrare nella mentalità della Serie C. Dopo la partita di Monopoli, le sei successive gare riportano lo stesso andazzo: vittoria nelle tre gare casalinghe, sconfitta nelle tre trasferte e il girone di andata si chiude con il pareggio interno contro il Francavilla e la squadra al terzultimo posto a pari punteggio con il Campania Puteolana. E il terzultimo posto significa retrocessione. Se non altro il nuovo acquisto Coppola risolve in parte i problemi dell’attacco andando a segno con buona regolarità, quattro reti nelle sette gare disputate nel girone di andata.

Il girone di ritorno non comincia certo bene, visto che nelle prime sei giornate non viene ottenuta nessuna vittoria e, considerato il girone di andata, la serie negativa arriva a otto partite. Nell’ultima delle quali, a testimonianza di un’annata memorabile in senso negativo, i rossoblù riescono nell’incredibile impresa di subire due reti da un portiere, quello della Nocerina, che vince 3-1 con due reti su calcio di rigore realizzate dal suo estremo difensore. Dopo questo rovescio il Cagliari riesce a dare la sterzata che sarà decisiva per il suo destino. Si fa il pieno di punti nelle successive due partite, entrambe in casa, e si riesce a dare continuità con altri tre risultati utili: un importante pareggio sul difficile campo della vicecapolista Reggina, un’altra vittoria interna a danno del Monopoli e perfino un successo in trasferta, che sarà l’unico in tutto il campionato. Lo si ottiene sul campo dell’ultima della classe, il Teramo e la serie positiva parla di nove punti sui dieci disponibili ottenuti in cinque partite con classifica decisamente più tranquilla, ventisette punti in ventotto gare. E con Coppola grande protagonista al punto di portarsi anche in vetta alla classifica dei cannonieri. Poi la squadra ha un pericoloso calo di tensione che la porta a perdere quattro delle sei partite finali. Ad ogni buon conto la sudatissima salvezza matematica arriva a novanta minuti dal termine del campionato, grazie al successo interno sul Foggia.

Per quanto concerne il resto del campionato, condito dai molti pareggi, questo ha viaggiato, come detto, sul filo dell’equilibrio e, per una buona parte di esso, con la graduatoria cortissima e molte squadre racchiuse nello spazio di pochi punti. Un esempio è la classifica della dodicesima giornata con ben cinque squadre al primo posto e tutte le diciotto squadre racchiuse nello spazio di appena otto punti. Ma anche a poche battute dalla fine del campionato (ventiseiesima giornata) con ancora una volta cinque squadre in testa a pari merito con trentuno punti e le prime dieci della classe racchiuse nello spazio di appena quattro lunghezze. Questo turno di campionato rappresenterà il picco in positivo della Torres, in piena corsa promozione con i suoi trenta punti, con in arrivo, però, un finale di campionato in tono minore che non darà concretezza ai loro sogni di gloria.

Il successo finale premia la regolarità del Cosenza, primo al termine del girone di andata, che torna in B dopo un quarto di secolo. A pari punteggio il sorprendente Licata, alla sua prima promozione in B, giunta al termine di un esaltante girone di ritorno, con ventotto dei trentaquattro punti disponibili conquistati, contro gli appena diciassette di quello di andata. Al terzo posto giungeva la Reggina che, successivamente, si imponeva contro la terza classificata del giorne A, la Virescit Boccaleone di Bergamo nello spareggio disputato in campo neutro per la promozione in Serie B, andando a completare degnamente una annata esaltante per il calcio calabrese.

In coda alla classifica rischiava un clamoroso doppio declassamento il Catania, evitato solo grazie allo spareggio contro la Nocerina, giunta con i siciliani appaiata al terzultimo posto. Con loro, retrocedevano in Serie C2 Campania Puteolana e Teramo. Notevole, viceversa, l’impresa del Brindisi, che confermava la categoria nonostante l’ultimo posto al termine del girone di andata. La formazione pugliese chiudeva a pari punteggio con Catania e Nocerina ma evitava lo spareggio grazie alla migliore classifica degli scontri diretti. Si parla di un bottino di trenta punti, appena uno in meno del Cagliari, a sottolineare ulteriormente quanto abbiano rischiato i rossoblù.

Tra i primati statistici segnaliamo quello conseguito dal Cagliari come squadra con il minor numero di pareggi. Le squadre imbattute in casa sono state il Cosenza (l’unica con la media non inferiore al punto a gara in trasferta) e il Licata (la più vincente fuori casa, cinque successi). Quelle senza vittorie esterne, il Francavilla (che è anche quella con più pareggi in assoluto e in trasferta) e il Teramo.

Del disastroso campionato del Cagliari va anche sottolineato il fatto che, con appena sei punti conquistati, ha fatto meglio, lontano dalle mura amiche solo delle ultime due della classe, Campania Puteolana e Teramo (cinque punti). Un ultimo aspetto da sottolineare è l’ottimo campionato disputato dall’altra squadra sarda, la neopromossa Torres, che è riuscita, nel corso del campionato, anche a toccare il vertice della classifica. Alla fine arriverà un buonissimo settimo posto con il Cagliari che, possiamo dirlo, toccherà il picco negativo della sua storia del dopoguerra dovendo subire l’umiliazione di non essere, almeno per un anno, la più forte squadra sarda.

Per i rossoblù scenderanno in campo un complessivo di venti calciatori. Il più presente sarà Zandonà, che disputerà tutte le trentaquattro gare di campionato. Il massimo realizzatore, con undici reti, Coppola, che porterà dunque un calciatore del Cagliari in doppia cifra in un campionato in quanto a segnature, evento che non si verificava dalla stagione 1979-80 con le dodici reti in Serie A di Selvaggi.